La Tirlindana | |
La tirlindana è un sistema di pesca che si effettua con la barca in movimento. E’ composta da un lungo filo (100/120 mt.) di nylon appositamente piombato detto madre, dal quale partono 10/12 spezzoni di filo di nylon lunghi 10 metri, detti rami. Alla fine dei rami vi sono le esche, che sono delle lamierine lucide appositamente sagomate che, con il movimento, simulano un pesciolino vero. Risulta subito evidente che la giusta velocità della barca è importantissima, in modo da avere il giusto guizzo del pesciolino finto. Importante risulta anche la conoscenza dei fondali per evitare il rischio di impegnarsi e ne tempo stesso passare vicino al fondo.STORIAA quel tempo, la pesca professionistica sul Garda veniva praticata esclusivamente con reti di cotone, reti grandi e costose come il remat, che richiedeva una decina di uomini per il trasporto e 5 o 6 barche per la posa. I pescatori non si potevano permettere tali reti, che erano per lo più di proprietà dei commercianti di pesce, che utilizzavano i pescatori locali praticamente come manovalanza per posare e salpare le reti, pagandoli con una piccola percentuale sul pescato.I pescatori vivevano nella miseria più nera e dovevano accontentarsi di quello che i proprietari di reti erano disposti a dare per la legge del "o prendere o lasciare, perché se il lavoro non lo vuoi fare tu ci sono altri ancora più disperati di te disposti a farlo".A quel tempo i mezzi di comunicazione erano scarsi ma qualc'uno deve aver avuto sentore che sul lago di Como si catturavano pesci trainando con la barca un lungo filo piombato da cui si staccavano delle braccia con dei pesciolini finti armati di ancoretta. Sistema semplice e molto economico, dimostratosi ben presto molto efficace anche sul nostro lago. Il Garda era molto pescoso, abbondavano i carpioni, le trote, i lucci tutti pesci irresistibilmente attratti da un luccicante pesciolino guizzante nelle acque e quando i pescatori si sono accorti che con poca spesa si potevano attrezzare con una tirlindana, uscire con la loro barchetta a remi e rientrare carichi di pesce di loro esclusiva proprietà , è subentrata una certa riluttanza a lavorare per altri per poche lire. I proprietari di reti per la prima volta si sono trovati con scarsità di mano d'opera ed han dovuto offrire di più per convincere i pescatori a stendere le loro reti. I pescatori a loro volta, con qualche soldo in più dai proprietari di reti e con il ricavato della pesca con la tirlindana fatta in proprio, han potuto sfamare meglio le loro famiglie e, in qualche caso, addirittura acquistare delle reti e mettersi in proprio.Rivoluzione sociale abbiamo detto e come tale avversato dal potere e la tirlindana è stata marchiata anche dal pulpito come "strumento del diavolo che toglie i giovani dall'operoso lavoro della campagna e dell'officina". A proposito della tirlindana Pino Crescini scrive : "...fin dal suo arrivo l'attrezzo soppiantò le più antiche reti ....sia per la sua maggiore efficacia nelle catture sia per la molto minore fatica fisica che richiedeva ...... il nuovo attrezzo venne chiamato "pesca" quasi fosse l'unico a catturare efficacemente i pesci.....si pescava durante tutto l'anno con ovvie oscillazioni nel numero dei barchetti......il massimo si attestava intorno ai 350 barchetti .... in val di Dusano si potevano veder riuniti in un sol posto, e per parecchi giorni, dai 150 ai 200 barchetti che potevano catturare dai 10 ai 40 carpioni ciascuno .... si andava cioè dai 1500 pesci al giorno agli 8000 come massimo .... 1200 carpioni in un sol giorno sulla frega di Anzel .... questo tipo di pesca costituì dal 1850 agli anni della II guerra mondiale la maggior fonte di reddito per i pescatori del Garda .... esercitata nel 1906 da 740 pescatori sui circa 900 di tutto il lago ..... il limitato costo dell'attrezzatura e la semplicità della sua pratica permettevano ad ognuno di apprestarla e condurla in proprio a differenza di reti che il pescatore conduceva da "omo" per conto terzi non avendo i mezzi per acquistarle ragion per cui la "pà rt de patrò" sottraeva una fetta sostanziosa del reddito.."Come è stata veloce l'introduzione della tirlindana sul Garda altrettanto veloce è stato il suo abbandono quando, dopo la guerra, si sono rese disponibili reti di naylon molto efficaci e di basso costo che tutti i pescatori professionisti si potevano permettere. Con il volandì una barca poteva catturare in un colpo solo quintali di coregoni e centinaia di carpioni e l'efficacia di questo mezzo è stata tale che in pochi decenni il carpione è scomparso quasi totalmente dal Garda.La tirlindana sopravisse solo come passatempo di vecchi pescatori in disarmo ed i professionisti riposero pésche, peschéti e matròssi nelle soffitte a coprirsi di polvere e di oblio e solo negli ultimi anno Associazioni come la nostra hanno riscoperto questo sistema di pesca tradizionale e lo stanno riportando alla luce. Tre anni fa nel Garda trentino eravamo in due o tre pescatori dilettanti che pescavano ancora con la tirlindana, ora siamo una ventina ed il nostro numero stà crescendo.Una volta costruita la nostra tirlindana e deciso che tipo di sistema di avvolgimento utilizzare, ( cassetta, ruota o un semplice sughero) non ci resta che uscire in barca per mettere finalmente in pesca l'attrezzo. Si deve subito dire che imparare a stendere la tirlindana non è per niente facile e molte saranno le volte che farete delle parrucche paurose. Molte volte non vi resterà altro modo per sbrogliare la matassa di tagliare i rami a piccoli pezzi per poter liberare in qualche maniera il filo madre piombato.Non scoraggiatevi, ad ogni nuova uscita acquisterete familiarità con l'attrezzo e dopo una decina di volte vedrete che l'operazione diventerà sempre più facile e veloce.Naturalmente cercate di evitare di svolgere e riavvolgere la lenza specialmente le prime volte in condizioni di lago mosso, quando avrete invece acquistato più pratica, nemmeno le onde vi fermeranno, tra l'altro con un po d'onda si potranno avere le condizioni di pesca migliori.TECNICAVeniamo ora alla tecnica di pesca vera e propria; innanzi tutto molto importante è la velocità di avanzamento della barca. Se siete in due la cosa migliore è procedere a remi. Uno tiene in mano la tirlindana e l'altro rema facendo ogni tanto delle piccole pause, chi tiene la tirlindana dovrà imprimere al filo dei leggeri strattoni per simulare una veloce fuga del pesciolino finto, questo movimento se visto dai predatori scatenerà il loro istinto di attacco e si getterà voracemente sull'ondulante.Sentita la mangiata si dovrà velocemente ferrare iniziando lentamente il recupero, importante è che la barca continui sempre il suo moto, se vi fermate il pesce una volta arrivato vicino alla barca tenterà come ultima fuga di inabissarsi sotto la barca, se la preda sarà di una certa dimensione correrete facilmente il rischio di perderla in quanto il filo andrà sicuramente ad impigliarsi in qualche sporgenza con le relative conseguenze.Ovviamente se la preda supera i 500 gr. è d'obbligo l'uso del guadino per il recupero in barca. Vi consiglio di tenere un guadino molto grande e profondo nell'eventualità di una preda notevole, se il pesce supera i 5/6 Kg. consiglio l'uso del rafio.In base al tipo di pesce che volete insidiare la tecnica cambierà di conseguenza, se per esempio andate a lucci dovete necessariamente pescare in prossimità del fondo o al massimo 2/3 metri sopra, diventa allora fondamentale la conoscenza dei fondali, delle valli e delle piane sommerse dove il luccio attende le sue prede.Molto utile a questo scopo è l'uso di un ecoscandaglio (attenzione però in provincia di Trento è proibito l'uso) saprete quindi sempre la profondità sotto la barca e questo vi aiuterà a passare nelle vicinanze del fondo riducendo le volte che vi impegnerete lasciando sul fondo esche a volte molto costose, per il luccio consiglio l'uso di una tirlindana con una sola esca, io normalmente uso come esca un grosso rapalà da 18/20 cm.Se invece volete insidiare le trote lacustri dovrete spingervi prevalentemente al largo dove le trote normalmente si nutrono di piccoli coregoni o sarde, la regola da seguire è pescare fondo in estate e pescare alto in inverno.In estate consiglio l'uso di due tirlindane lunghe (120 mt.) con dieci rami, con piombatura totale di 700/900 gr. in questo modo avrete esche in pesca dai 5 mt. ai 40 mt. di profondità .In inverno potete usare due tirlindane corte (50 mt.) con 4 rami, con piombatura totale di 300/400 gr. in questo modo pescherete dai 5 mt. ai 15/18 mt.Ritornando alla velocità , se usate il motore consiglio di navigare a circa un nodo/ora, comunque la velocità dipenderà anche dal tipo di ondulanti che utilizzerete, più saranno di grande dimensione e più velocità richiederanno.articolo www.tirlindana.com |
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